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21 settembre 2020

THE ADVENTURES OF MIA (2003), UNO SGUARDO ALL'OPERA A FUMETTI DI ENRICO CASAROSA, REGISTA DI LUCA

“Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e
là desidererete tornate.”

Leonardo Da Vinci

Nonostante Enrico Casarosa sia stato impegnatissimo nell'industria dell'animazione da quasi venticinque anni, prima come storyboard artist in serie come quella della carica dei 101 negli anni '90, per poi passare in Blue Sky Studios lavorando a L'era glaciale e arrivando successivamente in Pixar dove ora fa parte dell'illustre team creativo che supervisiona i film degli studios, nel suo tempo libero è riuscito a pubblicare nel corso degli anni libri artistici spesso con i suoi colleghi Pixar come Ronnie del Carmen, e opere a fumetti.

Il regista di Luca infatti pubblica nel 2003 The Adventures of Mia, una serie a fumetti composta da due numeri, il secondo uscito l'anno successivo, edita da Monkeysuit Press, editore non più operativo che rende quindi la disponibilità dei due albi decisamente poco diffusa (noi abbiamo spulciato eBay e li abbiamo trovati entrambi lì).

La serie ha come protagonista la giovane Mia Castelli, che nella baia ligure di Paraggi nel 1931 è una pilota di un idrovolante monoplano. Aiutata dal padre meccanico, Mia deve fare i conti con la mentalità dell'epoca che vede impensabile una ragazza giovanissima competere agonisticamente con degli uomini.

Nel primo albo, co-scritto da Mike Lapinsky, Mia partecipa alla competizione della coppa Schneider, basata sulla gara storicamente esistita, in cui i piloti devono sfrecciare in un tracciato confinato da tre piloni tra la terra e il mare, salendo su di una costa rocciosa. Nella gara partecipa anche il capitano DeBriganti, che farà di tutto per sabotare Mia e il suo idrovolante, facendo anche ricorso al NOS.

Nel secondo albo, in cui Casarosa condivide il credito della storia con Irene Wu, invece la storia prende forma introducendo un partigiano che dalla base aerea di Viareggio scappa con un idroplano per raggiungere Milano con dei progetti segreti rubati ai fascisti, tra cui figura il capitan DeBriganti, che riguardano un motore di un aereo di caccia. Inseguito dalle camicie nere, durante la sua fuga per informare la resistenza il suo idrovolante ha un malfunzionamento e atterra proprio a Paraggi dove i cittadini dovranno decidere se proteggerlo o darlo in consegna alla polizia.

Entrambe le copertine degli albi sono di Casarosa e Dice Tsutsumi, quest'ultimo responsabile dei bellissimi concept art di Toy Story 3 e co-regista del corto The Dam Keeper.

E' impossible in The Adventures of Mia non cogliere i riferimenti a Porco Rosso, il film dello Studio Ghibli del 1992 diretto da Hayao Miyazaki, di cui Casarosa è un dichiarato ammiratore. Infatti le due opere non solo condividono lo stesso periodo storico, gli anni '30, e la stessa ambientazione nel mare adriatico, ma anche modelli simili di idroplani. Infatti il capitan DeBriganti pilota un Savoia M.33, non dissimile dal S.21 che guida Porco Rosso. Nel secondo volume il partigiano distrugge nella base aerea dei fascisti delle idrovolanti a galleggianti chiamati Macchi, che nel film di Miyazaki compaiono pilotate dall'amico di Porco Rosso, Ferrarin.


Il secondo albo si conclude con un'anticipazione del successivo, che stile Woody's Roundup non è mai più arrivato, che doveva seguire le vicende del fuggitivo ricercato dalle camicie nere nel borgo di Mia. Non si conosce la ragione dell'assenza del terzo capitolo, anche se presumibilmente è a causa degli impegni di Casarosa che con gli anni sono cresciuti e che lo hanno portato a dirigere nel 2011 il suo primo cortometraggio, La luna.

Ed è facile mettere a confronto Bambino, il protagonista del corto Pixar, e Mia, e non solo per il design che condividono. Casarosa ci mostra nelle due opere la nuova generazione che entra in contatto con il lavoro della famiglia, la cui maestria passa da padre in figlio. La differenza è che la vediamo in fasi diverse, in La luna Bambino è ai primi passi, mentre Mia ha già padroneggiato l'arte del padre. 

Sarà interessante scoprire se in Luca ci sarà un rapporto padre figlio simile, un tema che sembra interessare Casarosa. In Coco, in cui l'artista genovese ha lavorato come story artist, quel passaggio di tradizione veniva spezzato da Miguel, che non voleva diventare un ciabattino come il resto della sua famiglia, così facendo tradendola inseguendo il sogno di diventare un musicista. 

Comunque, aldilà dei temi, rivedremo sicuramente in Luca le coste e i territori liguri che Casarosa scolpisce così sapientemente in questi albi. Enrico ha anche illustrato, questa volta a colori con acquerelli, una graphic novel intitolata Cronache veneziane, uscita nel 2008 ed edita anche in Italia da Rizzoli, una sorta di diario in cui l'artista raccontava spiritosamente in prima persona un suo viaggio a Venezia.