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21 agosto 2013

MyNewGreatStory. Monsters University, Art is a Teamsport

Cosa? È finita? Hai detto finita? Non finisce proprio niente se non l'abbiamo deciso noi. 

È forse finita quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbour? Col cazzo che è finita! 
E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. 

Animal House (1978)

Anni ‘80. Mostropoli. Torniamo indietro nel tempo agli anni del College. I giovani, Mike Wasowski il secchione e James P. Sullivan il superbo, s’incontrano alla Monsters University per accedere alla prestigiosa Facoltà di Spavento. Peccato che i piani di Mike vengano sconvolti proprio dall’incontro con Sulley, talentuoso e naturale spaventatore. Che competizione sia! Ma questa voglia di sfida per ambire a spaventatori, li farà cacciare dall’Università rendendosi conto che l’unico modo per rimettere le cose a posto sarà quello di far squadra con dei simpatici e orgogliosi mostri nerd.








Monsters University, 14° lungometraggio Pixar diretto da Dan Scanlon, prodotto da Kori Rae con la supervisione creativa e la produzione esecutiva di John Lasseter, ci racconta un nuovo mondo, quello universitario dei gruppi collegiali americani e il loro rapporto sociale tra mostri di diverso genere e specie, un universo colorato, divertente, spassoso, una sorta di proiezione fantastica della realtà costruendone una reale società degli anni 80. Come ci racconta il regista Scanlon: “I film che facciamo in Pixar, prendono vita in 4/5 anni di produzione, tra tempo speso a costruire la storia e ad imparare nuove idee e lezioni da ogni animatore e storyteller al nostro interno; è quasi come laurearsi al college. Ci sono dei giorni pieni di successi e di fallimenti, che molte volte fanno capire cosa stai veramente facendo o sbagliando. Costruire la storia dell’incontro fra Mike e Sulley era la miglior cosa. Questa storia mi rappresenta un pò, visto che ho iniziato a fare l’animatore mentre iniziavo a frequentare l’università di legge. Dai fallimenti si visualizzano le vere ambizioni e le vere scoperte della vita. Pixar è piena di gente che ha avuto fallimenti: musicisti falliti, dottori falliti, atleti falliti. Ognuno di questi però, grazie a quel fallimento, ha capito come rendere meravigliosa la propria vita. Infatti sono felice di essermi laureato con la classe Pixar del 2013.”






La caratterizzazione dei personaggi è frutto di un lavoro meticoloso e puntiglioso soprattutto nel rendere espressive le forme tridimensionali nello spazio, attraverso situazioni slapstick, ironiche e provocatorie. Da ricordare la divertente confraternita OOZMA KAPPA, dallo strabiliante Art, il filosofo artista, a Squishy, il mostro ballerino, gommoso come una caramella, ai duali yin e yang, Terry & Terry, a Don, il tentacolare mostro da divano, venditore per eccellenza, fino alla mitica Ms. Squibbles, la donna di casa americana, che ricorda molto Mrs Doubtfire, alla profonda imponenza e severità della scolopendra, il rettore Hardscrabble “Tritamarmo”.












Il film rispecchia lo spaccato delle university americane, dalle confraternite, alle partite di football, alla vita di dormitorio, alle feste da sballo, citando film quali Animal House (1978) di John Landis e Revenge of the Nerds di Jeff Kanew (1984), ma soprattutto ricostruisce, in maniera simbolica e mostruosa, le ambientazioni dei campus di Harvard, del MIT, di Princeton, di Stanford, e della più vicina geograficamente alla Pixar, Berkley University.






















Ciò fa tornare in mente, il progetto della Pixar University, un programma di formazione interna rivolto a tutti i dipendenti e promosso da John Lasseter insieme ai suoi più stretti collaboratori. La collaborazione è “l’essenza dell’apprendimento”, così come “l’arte è un lavoro di squadra, investendo sulle persone che imparano per tutta la vita.” Con i suoi oltre cento corsi – fra cinema, pittura, disegno, scultura, danza, animazione, scrittura creativa e molto altro – la Pixar University offre l’equivalente di un corso di studi in belle arti e cinema, coinvolgendo ognuno degli oltre 700 dipendenti, qualunque sia la loro mansione. Così facendo la Pixar ha contribuito a creare un ambiente di lavoro dinamico e familiare, dove ognuno ha un suo ruolo riconosciuto, un gruppo affiatato in grado di collaborare, imparando gli uni dagli altri e migliorando così la produzione in atto. La citazione sullo stemma universitario in latino recita proprio “Alienus non diutus”, “Mai più solo”, cioè “L’unione fa la forza”.








Per la parte tecnica, come vi avevamo spiegato in The Blue Umbrella grazie alle parole di Davide Pesare, shading director Pixar, la global illumination è la nuova frontiera del futuro Pixar, dando così uno sguardo più naturale agli spazi e all’emotività stessa della scena. “Per i mostri, la luce può essere realmente spaventosa in un certo senso, lavorando nel buio di notte.” Oltre a ciò, l’altra grande sfida tecnica per Monsters University è stata l’animazione dei tanti personaggi di contorno al film. Utilizzando sei tipi di corpo base, i designer hanno creato quasi 300 personaggi di sfondo in aggiunta al cast principale. Si crea così la sensazione che il campus è enorme con un corpo studentesco diversificato. Per riprodurre il percorso di crescita fisica dei mostri, il team ha studiato le immagini di alcuni attori celebri in diverse età. In ogni ripresa del film compaiono più di 25 personaggi, per un totale di 500: il doppio rispetto ai film Pixar precedenti. Per realizzare l'orrido rettore Tritamarmo, i disegnatori si sono ispirati alla Scolopendra Gigantea, il centopiedi gigante dell'Amazzonia, cui hanno aggiunto delle ali da pipistrello per renderla ancora più severa (https://www.youtube.com/watch?v=RqY5rmEQd4Q); (http://www.youtube.com/watch?v=aeDh4KHSIro).











Monsters University è dunque un film molto divertente e acuto nella costruzione di un “ricordo di gioventù”, un luogo dove fare nuove esperienze e conoscere persone che porta ad un percorso di formazione e crescita per la vita. Si loda l’umiltà e l’amicizia, esaltando la capacità di “fare teamsport” anche nei momenti difficili, al “be yourself”, ad essere se stessi, al non aver paura di quello che ci spaventa di più, come recita la factory “We scare because we care”, all’aver fiducia negli altri, tuffandoci in nuove sfide, avendo coraggio a cambiare le cose. Tutto ciò grazie ai fallimenti, migliorando giorno per giorno, per diventare una persona migliore.

Così davanti ai giovani neo-laureandi, il mentore della Pixar, Steve Jobs, concluderebbe il suo discorso: “Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi. Siate affamati. Siate folli.”


Tutte le immagini sono di proprietà Disney-Pixar 2013 ©.