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14 giugno 2013

Il Junket a Roma di Monsters University: Parte 1 - Resoconto dell'intervento di Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio

Si è svolto Mercoledì 13 Giugno a Roma il Junket per gli addetti stampa per promuovere il prossimo film Pixar, Monsters University, nelle sale qui in Italia il 21 Agosto 2013, prima di un'anteprima estiva aperta a tutti del 13 dello stesso mese. Nella conferenza stampa, in cui noi abbiamo avuto il piacere di prenderne parte insieme ai nostri amici di Impero Disney, sono interventi il regista Dan Scanlon, la produttrice Kori Rae, e i due doppiatori in italiano del film, Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, conosciutissimi grazie al successo dei Soliti Idioti.
I due attori, che doppiano Terri e Terry Perry, mostro a due teste che fa parte della Oozma Kappa, una fratellanza della Monsters University, hanno parlato del loro ruolo inedito come doppiatori, del rapporto che hanno avuto con la Disney durante le fasi del doppiaggio, curato da Carlo Valli e Roberto Morville, quest'ultimo presente anche durante la conferenza, e del film, soprattutto di quanto è facile identificarsi con il personaggio di Mike.

Di seguito trovate la trascrizione completa del loro intervento, e alcune foto.
(attenzione ad alcune espressioni non proprio edulcolorate :)

Ieri è comparsa la notizia su internet relativa al vostro scioglimento, come è nata questa cosa?
Mandelli: Allora è vero che ci siamo sciolti, però adesso presentiamo questo film insieme, poi abbiamo 5 date del tour insieme, poi stiamo lavorando ad un film. Ci siamo sciolti ma facciamo tutte queste cose insime
Biggio: Senza dirmi niente, mi ha lasciato senza dirmi niente, e me lo dice cosí, via sms me l'ha detto.
Mandelli: No, via ANSA. Ma no, scherziamo, non è assolutamente vero, non sappiamo neanche dove possa essere venuta fuori
Giornalista: Dagospia.
Biggio: No, vabbè, la Dagospia se ne è uscita due settimane fa, con "La Ferilli fará il terzo film dei Soliti Idioti", che non esiste, dico non c'è neanche un progetto in questo momento, e la Ferilli si è incazzata come una scimmia.
Mandelli: Eh bè, ci ha ragione, venir accostata a noi due.
Biggio: Per noi due sarebbe un onore, anzi magari, eppoi adesso la curiosità nostra è di come escono fuori queste cose, dove si originano queste voci di corridoio totalmente false.
Mandelli: Pare bello solamente vedere che c'è attenzione ancora, quest'anno noi abbiamo deciso di, l'avevamo detto pure prima dell'uscita del secondo film, e avremmo detto che ci saremmo fermati un pò per ricaricare le idee, e pur non essendo in onda con una serie, non avendo in programma in questo momento un terzo film dei Soliti Idioti, devo dire che l’attenzione rimane ancora.
Giornalista: Non c'è in programma?
Mandelli: Per il momento non è in lavorazione, abbiamo altre priorità, abbiamo altri progetti che ci interessano tantissimo, poi da questo omino qua io non mi potrei mai separare.
Biggio: Ma neanch’io.
Mandelli: C’è un’amicizia. Un domani forse noi non lavoreremo più insieme, però è impossibile dividerci, perché siamo amici prima di essere collaboratori, almeno che lui non mi trombi la fidanzata.
Biggio: No, non lo farei mai perché è un cesso, no scherzo, non è vero, è carina.
Un’altra cosa che mi è rimasta qua che ho letto ieri sul giornale è “Dopo il flop del secondo film si separano” e beh allora, flop, ha fatto 9 milioni di euro, no?, Beh io auguro a Monsters University di fare un flop come il nostro, perché chi li fa 9 milioni di euro? E' perché ha fatto un po’ meno del primo, e allora dicono il flop del secondo film. Perché non è vero, insomma il film è andato bene e sicuramente non è stato, e non poteva essere, il motivo di separarci.
Mandelli: Guardate lo sapevamo prima, anche se il film avesse fatto 50 milioni di dollari, avremmo detto, cioè avevamo già deciso che quest’anno avremmo avuto bisogno di ricaricare le pile, insomma abbiamo fatto 20 milioni con due film, poi che sono costati molto poco.
Biggio: Si vedeva che erano costati molto poco.
Mandelli: Bisogna fare anche un po’ i calcoli, perché il cinema è anche un’industria e quindi  insomma dipende anche quanto costano i film. 
Le date sul tour invece?
Mandelli: Allora faremo 5 date del tour dei Soliti Idioti quest’estate, siamo il 17 Luglio a Padova, poi siamo il 4 di Agosto a Cagliari, poi siamo il 10 di Agosto a Forte dei Marmi, l’11 di Agosto al Teatro Ariston di Sanremo e il 13 di Settembre gran finale a Roma al Campo Centrale del Foro Italico.
Biggio: Questa è la chiusura del tour precedente, ecco, uno dei progetti a cui stiamo lavorando è un prossimo spettacolo teatrale, perché il teatro per noi è la cosa più divertente in assoluto e che ci diverte di più, perché quello è un progetto a cui teniamo e che ci stiamo lavorando, e speriamo allora che vada in porto.
Mandelli: E' una priorità in questo momento, volevamo capire da dove ripartire e il teatro ci sembrava la cosa migliore.  

Siete così inseparabili che per la Disney avete fatto lo stesso personaggio. Come è andata, che tipo di esperienza è stata?
Mandelli: Molto bella, noi avevamo già doppiato per i film, insomma, il lavoro del doppiatore è un lavoro molto difficile, molto più difficile dell'attore per quello che mi riguarda, cioè recitare è più semplice, però insomma il personaggio ci sembrava molto carino, ed era perfetto per noi due, c’è Terri con la i e Terry con la y, ed è stato super divertente perché in Disney ci hanno fatto sentire da subito a casa e a nostro agio. 
Come Daniel Day Lewis vi siete chiusi nel domo pack insieme per entrare nel personaggio?
Biggio: Noi siamo praticamente chiusi nel domo pack insieme da tre anni.
Mandelli: Anche di più.
Biggio: Anche di più, però soprattutto da quando è iniziata l’esperienza dei Soliti Idioti. Ma poi i Soliti Idioti è un pò un mostro a due teste, alla fine, perciò, quando Roberto Morville ci ha chiamatoi e ha detto “Guardate, qui alla Disney vorremmo che facciate un personaggio di Monsters University", pensavamo "La Disney a noi, con le nostre volgarità e cose così", insomma abbiamo apprezzato il fatto che volessero Biggio e Mandelli, e non i Soliti Idioti, perché in questo caso noi ci sentiamo Biggio e Mandelli con una prova d’attore, eppoi appunto il lavoro da doppiatore è un mestiere diverso dall’attore, molto più difficile, però ci diverte molto e ci ha onorato perché poi Monsters & Co, il primo, è una delle commedie più belle mai scritte, secondo me al di là del fatto che è animazione, cioè è proprio una commedia pazzesca, e uno dei film preferiti, perciò quando ce l’ha chiesto ci ho pianto, ho chiamato subito, non ci credevo, ci siamo abbracciati, è stato veramente bello.
Mandelli: Scene d’amore. 
In base a cosa avete scelto, cioè non so se avete scelto voi chi faceva Terri con la i, e chi faceva Terri con la y oppure il direttore di doppiaggio.
Biggio: In realtà è stato proprio in due secondi, abbiamo uno alto e uno basso, vabbè io faccio quello alto e tu fai quello basso, cioè quello meno alto.
Mandelli: Quindi si, siamo andati per somiglianza fisica diciamo, per statura.
Biggio: Poi quello alto è sempre quello rompicoglioni puntiglioso, e quindi di solito lo faccio io.
Mandelli: Quello basso invece è sempre entusiasta e lo faccio io.
Ma avete avuto qualche indicazione particolare?
Mandelli: Abbiamo solamente avuto un’unica indicazione, ed era quella di non fare le vocine simpatichine, secondo me era una roba molto giusta, cioè quando si doppia un cartone. Cioè questi cartoni qua ti fanno emozionare ridere, piangere, proprio perché tu ti dimentichi che sono dei cartoni, perché sembrano delle persone vere, vorresti incontrarli per strada poi quando è finito il film. Una delle indicazioni, anzi l’unica indicazione se non mi sbaglio è stata quella di non fare le vocine, ma fare le nostre voci, quindi doppiare il più naturale possibile.
Biggio: Poi quando siamo arrivati lì, è successa una cosa pazzesca, che ci sentiamo “Ciao ragazzi” detto da Robin Williams e mille altri attori. C’è il nostro direttore di doppiaggio che è quello che doppia Robin Williams, che si chiama Carlo Valli, e lui ha la voce di Robin Williams, ed è impressionante, sembra che se l’è mangiato, veramente, eppoi è un grande, ci ha aiutato tantissimo nell'intenzione. E nel doppiaggio è importantissima la direzione, anche perché tu non hai la visione totale del cartone animato, abbiamo visto soltanto le scene del nostro personaggio, e bisognava capire in che situazione era, qual’era il mood, ect, perciò. 
Avete sentito un po’ di pressione per questa cosa, perché ci sono illustri precedenti. Premesso che ho visto il film e il doppiaggio è bello, invece ci sono illustri precedenti terribili, avevano scelto il talent perché in quel momento avevano popolarità, e magari poi la loro carriera si è pure affossata (si cita Robots)
Ecco voi avete sentito una pressione per questo?
Mandelli: Guarda, noi abbiamo un problema, è che purtroppo noi non riusciamo a sentire la pressione, cioè il problema nostro è che facciamo tutto con un’incoscienza, cioè dai Soliti Idioti ai film a Sanremo noi andiamo e facciamo quello che sappiamo fare, lavoriamo come abbiamo sempre fatto, che secondo me è la cosa migliore, cioè senza farsi le paranoie, perché, cioè se ci pensi troppo, si raffredda la cosa.
Biggio: Cioè tutto quello che facciamo, lo facciamo perché ci diverte, se una cosa ci viene proposta, ci viene in mente un’idea, ci diverte, noi la facciamo e punto, siamo tranquilli perché ci sta divertendo e questa cosa qui ci divertiva, e non ci abbiamo pensato un attimo e non abbiamo sentito il minimo di pressione. Non è che abbiamo la responsabilità dei personaggi principali del film, abbiamo un personaggio secondario, quindi era anche più leggera la cosa, ma anche quando siamo andati a Sanremo. Noi quando siamo andati a Sanremo dicevamo: "Ma possibile che non siamo emozionati, che non ce ne frega un cazzo?" è che ci divertiva talmente tanto che noi a Sanremo non c’entravamo nulla, come qui che non c’entriamo proprio nulla, che insomma, finchè ci divertiamo noi siamo abbastanza tranquilli. 
E questa cosa, diciamo appunto che vi è piaciuta abbastanza, e avete magari pensato all'idea di fare il doppiaggio come secondo mestiere?
Mandelli: No, io non sarei in grado, cioè non è che non sarei in grado, mi piace molto di più recitare, non so come dire, quindi preferisco quella cosa lì, poi se c’è da doppiare, c’è una grandissima scuola, sono rimasto un po’ indietro, forse dovrei tornare all’università del doppiaggio. Però sarebbe bellissimo fare un cartone animato, dove noi doppiamo, cioè per esempio avevamo pensato al cartone animato di Ruggiero e Gianluca, che poteva essere una bellissima idea, ma chiaramente ci sono dei costi allucinanti
Biggio: Dovremmo fare una coproduzione americana.
Mandelli: Davvero, adesso chiamiamo subito, perfetto per Disney poi come prodotto.
Biggio: No ecco, doppiare il personaggio principale di un cartone animato Disney sarebbe come il massimo sogno, però lì si, sentiremmo la responsabilità, perché comunque, cioè è faticoso, è un mestiere che non è che abbiamo completamente nelle nostre mani, però boh, a me piacerebbe fare il doppiaggio.
Poi noi abbiamo l’esperienza del doppiaggio dei nostri film, che è diverso, perché tu reciti una cosa, la fai, poi ti dicono, "eh no ragazzi, lì la scena è venuta male, l’audio non si sente e doppiamo ridoppiarlo" e tu "porca *******".
Mandelli: Non dire parolacce perché siamo da Disney
Biggio: E scusate, e lì mi dispiace doppiarlo, perché quando l’hai interpretato e sei lì sul set, e meglio di così non ti potrebbe più venire. E quando io sento le cose che ho doppiato nei film sento la differenza, mi dispiace. Invece qui è diverso perché devi dargli un’anima a quel cartone animato, e io lo trovo entusiasmante, cioè è divertente riuscire solo con l’intenzione della voce a dargli un’anima. Tante volte vedi gli attori americani, senti le voci vere e dici boh, cioè "questa è la voce vera?", e invece il doppiatore italiano a volte lo migliora, cioè gli da un’intenzione ancora, e cioè migliora la sua interpretazione, perciò questa sfida mi interesserebbe, però sarebbe un mestiere un po’ da imparare. 
Non vi sono mancate un po’ le parolacce?
Biggio: No, anzi noi eravamo proprio contenti di fare una cosa così, senza parolacce, carina divertente, e comunque di una comicità molto forte, ma senza parolacce, cioè è un personaggio quello che dice le parolacce, noi abbiamo 35 personaggi nel programma dei Soliti Idioti, l’unico che dice le parolacce è Ruggiero alla fine, che è lui (indicando Mandelli), neanche io tra l’altro. 
Quali sono state le difficoltà principali da passare da un target un po’ più adulto, a un target un po’ più per bambini?
Mandelli: Purtroppo il comma che contraddistingue il nostro cervello non ci ha fatto assolutamente pensare a nessun target, cioè di solito quando noi abbiamo fatto le robe non abbiamo mai pensato: "Questo funzionerebbe per loro, questo funzionerebbe per l’altro" ma ci troviamo, ci viene in mente una cosa, ci fa ridere, BOOM, la scriviamo e vediamo quello che succede, per esempio l’anno scorso è successo che avevamo due personaggi, Patrick e Alexio, quelli che parlano "Minkia, figa, boh" e noi non avevamo idea che quello che sarebbe stato il personaggio più di successo della quarta serie, per noi era quasi un B-side, invece è diventata una cosa molto popolare, quindi se lo fai pensando a questo è indirizzato a quello, secondo me sbagli, cioè perdi un po’ di freschezza, facendo questa cosa qua io ho pensato semplicemente a quanto sarebbe stato bello quando poi mi sarei rivisto io, e non vedevo l’ora di vedere questo film per dire che c'eravano anche noi. 
E vi siete già rivisti?
Mandelli: Si, ci siamo già rivisti, è bellissimo, io ho pianto. No è vero perché il cartone animato ha questo potere qua su di me, che è riuscito a farmi commuovere più di un momento, di farmi venire una lacrimuccia, poi insomma. Un po’ mi ci ritrovo in questa storia di Mike, che comunque fa di tutto per non essere uno zero, però tutto il mondo gli dice che non ha le caratteristiche per diventare quello che lui vuole diventare. Anch’io non ha mai avuto il fisique du role, non so come dire, cioè ho sempre un po’ subito il fatto che gli altri mi dicessero, "Sì no, tu quella roba lì non la potrai mai fare, è inutile che lo guardi in televisione, tanto tu non sei fatto così." e io son sempre più convinto che più la gente ti dice sta roba, più alla fine, non so, per karma, per sfiga, però alla fine riesci, quindi la storia di Mike mi è piaciuta molto insomma.  
Quindi vi vedete, apparte Mike, anche in qualche altro personaggio, anche dal punto di vista del trascorso scolastico?
Mandelli: Beh io, sicuramente ero un po’ più Sullivan dal punto di vista scolastico, perché in base non studiavo mai, però alla fine la portavo sempre a casa, cioè andava sempre bene, perché in qualche modo magari riuscivo a carpire le informazioni necessarie per passare l’interrogazione, però ero più Sullivan.
Biggio: Studiavi l’ultima notte tutto quello che c’era da studiare eppoi la mattina all’interrogazione non ti ricordavi niente, questa è un po’ la nostra storia, però questa è l’università, che né tu né io abbiamo fatto.
Mandelli: Io ho dato 2 esami di psicologia alla facoltà di Pavia
Biggio: Ma non è vero, allora io ho fatto 8 esami all’Accademia delle Belle Arti, un po’ un’artista.
Mandelli: Ma che dici, ma chi?
Biggio: E comunque prima si diceva che era un film per bambini, ma secondo me non è un film solo per bambini, è un film per famiglie, lo è veramente, perché ci sono delle battute, delle trovate geniali, che forse i bambini non cogliono, mentre l’adulto le può cogliere, quindi secondo me è il giusto mezzo tra un film che sia i bambini che gli adulti possono godersi. Io l’ho visto con mia figlia che ha 4 anni e mezzo e si è divertita un sacco, però anch’io ridevo, però magari ridevamo a cose diverse, però c’è per tutto, insomma è proprio il film per famiglie, non è per fare la promozione al film.
Mandelli: Ma siamo qui per quello.
Biggio: Abbiamo accettato di fare il film della Disney perché io e anche lui siamo fan dei film Disney che sono anche per adulti, Toy Story, Nemo, cioè sono dei film pazzeschi. 
Vi siete allenati a fare le faccie da spavento?
Mandelli: Beh guardi, anche rimanendo qui, fanno spavento le nostre faccie.
Biggio: Io lo faccio sempre, ho due bambini, e la cosa che diverte i bambini in assoluto è spaventarli, e non ho mai capito perché, cioè aver paura, al bambino lo diverte moltissimo. Perciò io tutti i giorni a fare i versacci e i miei figlio “Papa, facci il mostro”, e giro per casa urlando, e dopo un po’ mi rompo, dopo 5 minuti che spaventi non ne puoi più, perciò questa cosa qui mi è piaciuta proprio, perché c’era l’idea dello spavento che per i bambini, per lo meno dalla mia esperienza, è una roba che li diverte molto, perciò mi sono molto allenato a spaventare. 
Quanto è difficile gestire la popolarità, se avete il problema di andare in giro, la gente comincia già a fermarvi, o "eccovi", Oppure in realtà sono più legati alle vostre maschere?
Mandelli: No, la gente ci ferma in continuazione, ma grazie a dio, cioè, nel momento in cui non dovesse più fermarci mi faccio due domande. Non abbiamo mai avuto particolari difficoltà ad andare in giro perché siamo due persone, credo, alla mano, anche se diciamo che dall’uscita del primo film in avanti, è diventata molto più ingombrante quella parte lì, però ne prendi atto, e cerchiamo sempre di ricordarci che fa parte del nostro lavoro quello di essere comunque gentili e disponibili con tutti.
Biggio: A volte è difficile, nel senso che a noi fa piacere perché se uno lavora in ufficio, una pacca sulla spalla è come dire bravo, sei stato bravo, nel nostro lavoro questo aspetto si presenta quando uno per strada ti ferma, a volte un po’ esagera insomma, è capitato veramente gente che ti viene a suonare a casa e che scopre dove abiti, oppure stavo al Vespasiano a fare pipì, e da dietro uno "Possiamo fare una foto", e io "Ma scusa non puoi aspettare, un attimo?", cioè ti cade un po’ di invadenza, però insomma, per il resto è roba che ci fa piacere, è segno che funziona insomma stiamo lavorando bene. 
Per il futuro invece, apparte che adesso vi siete un po’ fermati per fare teatro, ma avete pensato invece a tornare a lavorare a nuovi personaggi da mettere nel vostro show, avete già in mente qualche cosa, oppure siete così, in una fase molto preliminare?
Biggio a Mandelli: A te viene in mente qualche cosa?
Biggio: No è che a noi vengono in continuazione in mente nuovi personaggi, ce ne abbiamo veramente tanti nel cassetto, che aspettano lì, però finchè non abbiamo, soprattutto per i Soliti Idioti, una cosa forte, che mette tutti insieme, preferiamo per i Soliti Idioti, avere un’idea forte, specialmente per il cinema, se dobbiamo tornare al cinema.
Per la televisione non è detto che abbiamo tante idee così, per il progetto prossimo grosso che noi faremo è una roba che sarà internazionale, noi vogliamo fare quello che fanno i francesi, cioè invece di rimanere in Italia noi usciremo, abbiamo un’idea, un progetto, top-secret, proprio il massimo, che uscirà dai confini italiani, cioè ci piacerebbe, insomma riportare un l’Italia anche fuori a fare un po’ il culo a 'sti francesi, che non se può, a voi non vi rode che ci vendono i film e noi non li vendiamo ai francesi. Insomma questo è quello che ci piacerebbe, provare a vedere se la comicità è veramente internazionale, cioè se funziona una cosa in Italia, fa ridere anche fuori, io penso che sia così. 
E’ un progetto solo a livello di cinema o anche…
Biggio: HO DETTO CHE è TOP SECRET! (scherzando)
Mandelli: No, al momento questa roba qua è una roba che stiamo scrivendo per il cinema, però c’è tempo, cioè noi abbiamo fatto due film in un anno e mezzo, che è una cosa un po’ pericolosa quando fai un film, però noi ricordiamo sempre che la vera essenza dei Soliti Idioti sono le 4 serie tv, i film erano una ciliegina sulla torta, che andava a completare un fenomeno che ci è scoppiato un po’ tra le mani, cioè chiaramente i film sono un po’ come i nostri figli, ma i film bisogna farli bene, con testa e non bisogna andare al cinema così giusto per andarci. Guardate il terzo film dei Soliti Idioti ce l’hanno pure chiesto, però secondo me bisogna pure lavorare nella maniera per cui se hai qualcosa da dire parli, sennò stai zitto e non succede niente, non perdi il giro, perché tutti ti dicono che perdi il giro, e in realtà sono loro che guadagnano su di te che perdono il giro, noi non perdiamo niente cioè comunque per noi i Soliti Idioti sono una cosa importantissima e ci teniamo a non rovinarla perché è lì e la gente ci chiede ancora per strada "Allora quando tornate?" "Quando fate un altro film?" Allora vuol dire che c’è ancora necessità. 
Ma il teatro invece cosa rappresenta?
Mandelli: Guarda, il teatro, almeno questo spettacolo qua, per noi ha rappresentato portare questi personaggi qui che la gente vedeva in televisione con le maschere un po’ strane in mezzo alla gente, quindi la gente li poteva toccare, sentire, la gente che viene a teatro ripete i tormentoni cioè questa è una sorta di concerto con loro ed è sicuramente la roba più bella del teatro, è che la gente ti da un feedback lì e li senti eppoi l’atmosfera del tour, insomma noi giriamo in 10-15 persone, e siamo sempre in giro, un pò zingari, anche da quel punto di vista lì, è una cosa che ci piace, eppoi il teatro ti permette di fare e di dire delle cose che magari in televisione e al cinema non puoi fare e quindi è un buon posto dove sperimentare, però questo spettacolo che stiamo preparando non c’entra coi Soliti Idioti, è una cosa diversa, sicuramente c’è la volontà.
Biggio: Sicuramente lo spirito dei Soliti Idioti, che siamo noi, ci sarà sempre.

Appuntamento invece a giorni per la seconda parte del Junket, in cui hanno parlato Dan Scanlon e la produttrice Kori Rae, che hanno svelato i retroscena dietro lo sviluppo del film e alcune curiosità.