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15 marzo 2014

MyNewGreatStory. Tra colori e forme essenziali, l’affascinante mondo di Mary Blair

In Memoria di Diane Disney Miller


Ci sono due obiettivi essenziali per un’illustrazione di successo. L’occhio, con lo sguardo, dovrà essere catturato casualmente dalla rivista. Si dovrà suscitare interesse e stupore nel lettore. E, allo stesso tempo, un'illustrazione dovrà esprimere emozione. Le parti salienti della storia e dei personaggi dovranno coinvolgere chi guarda, ad essere curioso nella sua lettura. 
Pruett Carter, direttore dell’illustrazione, Chouinard Art Institute

Il Walt Disney Family Museum di San Francisco inaugura in questi giorni una mostra intensa e sensazionale dal titolo Magic, Color, Flair: The World of Mary Blair, dal 13 marzo al 7 settembre 2014. La mostra è la più completa esplorazione del processo artistico, dei grandi e piccoli mondi di una diva dello stile, allo sviluppo di una delle più importanti designer ed art director dello studio Disney, l’artista e illustratrice Mary Blair. Il tratto giocoso e gioioso dell’amata ed influente Mary Blair, intriso di forme semplici ed accattivanti, unite ai colori puri ed esuberanti, supportarono numerosi film tra i cui i classici Disney come Cenerentola (1950), Alice nel paese delle meraviglie (1951) e Peter Pan (1953), ma soprattutto le attrazioni dei parchi a tema Disney come il Disneyland Resort e il Walt Disney World Resort, in particolare la sua attrazione It’s a Small World. A curare questo incredibile percorso visivo e creativo è lo storico d’animazione John Canemaker, che ha progettato ed organizzato la mostra, oltre a scriverne un catalogo molto completo, per riflettere sull’incredibile carriera della Blair, dagli esordi all’apice presso i Walt Disney Studios attraverso opere d’arte e illustrazioni, manufatti e sculture, fotografie e video.

La mostra Magic, Color, Flair: The World of Mary Blair ci mostra per la prima volta circa 200 opere, esplorando tutte le fasi del lavoro della Blair, esaminando il suo percorso artistico dividendolo in tre aree principali. Il primo intitolato Imparare le regole, dove vengono narrate, le sue vicende, negli anni ’30, come studentessa presso la leggendaria Chouinard School of Art di Los Angeles. In questa sezione viene mostrata la sua arte raffinata con la leggera tecnica dell’acquerello, influenzata dalle illustrazioni del suo mentore Pruett Carter, membro dell’innovativa California Water-Color Society, che rivelano un umanesimo essenziale ed una grande empatia per i suoi soggetti. Nella seconda parte, chiamata Rompere le regole, viene presentata la sua svolta artistica, con illustrazioni audaci e colorate, dipinti stilizzati in forme moderne e puro design, utilizzate come linea visiva per la classica animazione Disney durante gli anni ’40 e ’50, come Saludos Amigos (1942) e Peter Pan (1953). La mostra, per la prima volta, presenta al pubblico una vasta raccolta del Walt Disney Family Museum di opere concettuali della Blair, abilmente create con la tecnica del guazzetto e dell’acquerello, alcune delle quali mai esposte all’esterno degli studi Disney, che rivelano la sua creatività inesauribile per la progettazione, per la messa in scena delle immagini, per l’impatto visivo, e per la grande ed unica sensibilità per il colore. Per arrivare all’ultima parte, intitolata Creare Nuovi Mondi, dove negli anni ’50, divenne artista ed illustratrice freelance a New York per le pubblicità nazionali, gli articoli di riviste, i disegni di abbigliamento, le vetrine, i set teatrali e i libri per bambini della collana Golden Book, come il libretto I Can Fly.

Mary Blair contribuì ad introdurre uno stile modernista all’interno degli studi Disney e per quasi 30 anni diffuse la sua poetica come ispirazione in tutti i film e i parchi tematici. L’animatore Disney Marc Davis, ha paragonato l’emozionante uso del colore della Blair a quello dell’artista Henri Matisse, come ricorda: “Mary Blair portò l'arte moderna dentro gli studi Disney in un modo molto particolare, che nessun altro fece. Era così entusiasta del suo lavoro.” A metà degli anni ’60, Walt Disney portò il suo talento verso una nuova e spettacolare fase, commissionandole su larga scala un progetto tridimensionale per il suo parco a tema, It’s a Small World, utilizzando gli audio-animatronic, i murales e le ceramiche, unite al suo tratto modernista. Nel corso degli anni, Mary Blair si misurò in numerose mostre, attrazioni e murales nei parchi a tema della California e della Florida, tra cui i murales fantasiosi nel Grand Canyon Concourse e nel Contemporary Hotel presso il Walt Disney World Resort.

Walt Disney svolse un ruolo significativo nella crescita creativa di Mary Blair, soprattutto perchè era una donna. Walt Disney in un discorso del febbraio 1941: “Se una donna può lavorare su progetti particolari, lei potrà valere quanto un uomo. Le artiste donne hanno il diritto di aspettarsi le stesse possibilità di avanzamento degli uomini, e onestamente ritengo che possano finalmente contribuire in qualche modo a questo business.” La visione globale di Walt Disney del mondo e dei valori quali l’ottimismo, l’umorismo, l’amore per la tradizione e per la famiglia, e il grande interesse per la tecnologia furono intepretati e rielaborati dalla Blair come nuovi spunti creativi. Walt Disney continuamente la sostenne per darle libero sfogo nell’esplorazione di nuovi concetti, colori e disegni che erano decisamente fuori dalla tradizione degli studi Disney.

Mary Browne Robinson, poi soprannominata Mary Blair, nata nel 1911 in Oklahoma, vinse una borsa di studio alla Chouinard Art Institute di Los Angeles. Nelbert Murphy Chouinard fu il fondatore della prestigiosa accademia nel 1921 con lo scopo di “soddisfare la necessità di un ente che doveva contribuire in maniera sostanziale allo sviluppo dell’arte nazionale.” Nel corso degli anni, molti laureati raggiunsero grande fama tra cui Ed Ruscha, Edith Head, Don Bachardy, Millard Sheets, Chuck Jones, Gyo Fujikawa, Bonnie Cashin, e numerosi animatori Disney e art director. Nel 1961, sotto la guida di Walt Disney e Roy Disney, la scuola si fuse con la Los Angeles Conservatory of Music per diventare la California Institute of the Arts, CalArts. Pruett Carter, direttore dell’illustrazione alla Chouinard Art Institute di Los Angeles, fu il vero mentore per Mary Blair per la grande competenza tecnica ed estetica con una spiccata influenza creativa ed emotiva. Carter fu uno dei migliori illustratori di riviste americane quali Ladies’ Home Journal, Collier’s, McCall’s, Women’s Home Companion, e Good Housekeeping. Carter insegnò alla Blair la messa in scena degli elementi, dei colori e delle forme in maniera teatrale all’interno di una narrazione. Carter scrisse a metà del 1930: “L’illustratore dovrà dirigere la sua opera come un regista per un film. Dovrà conoscere i suoi personaggi, le loro emozioni e i desideri, comporre la scena e dirigere le azioni e i conflitti della storia. Dovrà essere parte di ogni attore costruendo la scena, il design dei costumi, e gli effetti luce. Ogni illustrazione dovrà essere profonda come un poster, rendendo vivi i personaggi, i respiri e le reazioni tra di essi, come l’autore ha previsto. Ma, prima di iniziare, l’illustratore dovrà essere accuratamente addestrato al disegno, alla composizione, al design, e così in seguito si potrà dedicare al suo entusiastico interesse nel dirigere il teatro delle illustrazioni e delle figure, un’opportunità senza fine per l’inventiva e per il talento teatrale dell’artista.”



Dopo la laurea nel 1933, al culmine della depressione americana, Mary Blair trovò un lavoro nel reparto animazione della MGM, piuttosto che perseguire il suo sogno nelle belle arti. Nel 1940, entrò a far parte dei Walt Disney Studios, lavorando ad una serie di progetti, tra cui il concept Baby Ballet, parte di una seconda versione del film Fantasia dove sperimentò il suo disegno stilizzato mescolandolo all’acquerello, al guazzetto e al pastello su singoli toni per gli sfondi. Mary Blair per i colleghi Disney era un pozzo senza fondo per la sua grande creatività. Come ricorda il character design supervisor Disney Joe Grant: “Mary era un genio in ogni cosa che faceva. Si sedeva e disegnava un’opera d’arte una dopo l’altra, ad un ritmo incredibilmente rapido. Sembrava assorbire qualunque idea avevamo e ci dava ogni volta una visione della sua arte. I suoi acquerelli avevano un tratto molto leggero, quasi a matita, dove il dettaglio era affascinante. Aveva una grande qualità calligrafica e lo dimostrava il suo tratto.”



Nell’agosto del 1941, Walt Disney fu sponsorizzato dal governo degli Stati Uniti, allora guidato dal presidente Roosevelt, al fine di creare una spedizione di propaganda filo-statunitense assieme ad un gruppo di artisti Disney chiamato "El Grupo”, ideato per incoraggiare la buona volontà tra le Americhe, quella del nord e quella del sud, a fermare la diffusione del sentimento nazista e fascista in America Latina. Così Mary Blair, facendo parte di questo gruppo di ricerca e sperimentazione, girò per tre mesi il Brasile, l’Argentina, il Perù, l’Ecuador, il Guatemala, il Cile e il Messico alla ricerca di materiale pittorico per costruire storie per intrattenere questi paesi, illustrando con acquerelli dipinti la sua gente e i suoi usi e costumi. Durante il viaggio in Sud America, lo stile grafico inconfondibile di Mary Blair si intensificò gradualmente, giorno dopo giorno, dai personaggi in movimento agli ambienti evocativi, compresi i colori caldi ed i ritmi latini, diventando una sorta di catalizzatore subliminale per creare la migliore atmosfera Sudamericana. Mary Blair e il gruppo Disney si gettò a capofitto in un mondo diverso, con entusiamo ed apertura, accogliendo nuove esperienze con suoni, colori, arte, design, cibo, odori e sapori. Mary Blair tradusse i suoi sentimenti in immagini incredibilmente vitali ed emozionanti in maniera stilizzata e naïf, assorbendo la cultura del luogo con acuta consapevolezza delle diverse forme d’arte. Nelle sue opere metteva grande curiosità, capacità di osservazione ed enorme empatia e calore. 

Tutto ciò ispirò Walt Disney a nominarla art director supervisor per i film Saludos Amigos (1942) e The Three Caballeros (1944). Come ricorda l’animatore Disney, Frank Thomas, che fece parte della spedizione: “Mary seguiva le orme delle altre persone, traendo spunto da loro per dipingere meglio di qualunque altro pittore. E laggiù, guardando qualcosa di molto simile al grande artista Paul Gauguin, cercò di scoprire le vere radici di quella civiltà e le tradizioni di quel popolo. Mary raccolse il tutto in qualcosa di molto semplice e diretto e nettamente a fuoco. Fu semplicemente una cosa fantastica. In realtà i film Saludos Amigos e The Three Caballeros rappresentavano la vera Mary Blair: intere sequenze di immagini utilizzavano gli stessi acquerelli da lei dipinti sul posto. Inoltre progettò le selvagge combinazioni di colori per le scene chiave come il treno per Bahia, una delle cose più brillanti fatte in animazione, per il suo notevole uso del colore che divenne parte del canone Disney.”















L'utilizzo sorprendente della Blair dei colori e della grafica stilizzata influenzarono fortemente molte produzioni del dopoguerra Disney, tra cui Song of the South (1946), Make Mine Music (1946),  Melody Time (1948), So Dear to My Heart (1948), The Adventures of Ichabod & Mr. Toad (1949), Cenerentola (1950), Alice nel paese delle meraviglie (1951), Peter Pan (1953). Walt Disney vide nei sui lavori elementi forti che richiamavano l’arte popolare e la tradizione americana. Le sue forme sensuali comunicavano sollievo, conforto e gioia di affermazione della vita per placare un pubblico affaticato dalla guerra e dalla paura della bomba atomica. Ma nello stesso tempo il suo stile era modernista, un dialogo connesso tra realtà ed astrazione. Vi erano forme in collage che si univano a colori sgargianti in maniera futuristica ed avventurosa, richiamando i manifesti d’arte europei, le pubblicità o le illustrazioni di moda di Vogue e Harper’s Bazar, alle sculture di Henry Moore, alle forme organiche e vitali combinando colori puri richiamando Picasso e Matisse. 





L’animatore Wilfred Jackson ricorda: “In qualche modo Mary Blair trasmette alcuni dei sentimenti di ciò che si prova ad essere bambino e in quello che si vuole diventare. O essere un cavallo, o una civetta, o un fiore, o un filo d’erba, o una nuvola in cielo, o qualunque sia il soggetto che si immagina. Ha influenzato il metodo di lavoro in Disney, da chi schizzava, a quelli che facevano layout, agli animatori, ai pittori di background, creando un nuovo stile.” Come ricorda l’animatore Marc Davis: “Tutti gli uomini che erano agli studi Disney costruivano il design dei personaggi basandosi sulla prospettiva. Mary Blair fece l’opposto, costruendo il design su piani bidimensionali e “flat” in maniera meravigliosa. Walt apprezzò ciò e voleva vedere questo nei suoi film, ma non riuscì appieno a far capire e ad istruire i suoi animatori per utilizzare al meglio questa nuova visione.” Mary Blair era un pozzo senza fondo di creatività alla ricerca di un “look and feel” per una nuova visione filmica, portando cuore ed anima nei suoi dipinti per definire l’empatia visiva.






Come dichiarò lei stessa in quegli anni: “Quasi tutte le opere d'arte, non importa in quale forma siano, iniziano con il disegno, perché il disegno è lo strumento fondamentale dell’artista. L'inizio di un progetto è sempre un momento difficile per me. Sono ben consapevole che il concept originale deve fare qualcosa di utile e di creativo, o tutto il duro lavoro che seguirà sarà sprecato. Di solito comincio a lavorare facendo piccoli bozzetti e scarabocchi per pianificare il disegno complessivo e il modello. Molti di questi finiscono nel cestino, ma quelli migliori sono ingranditi.” Superbi esempi, visti nella mostra, esprimono la sensibilità della Blair e la sua capacità di entrare in maniera indiretta nei pensieri e nei sentimenti dei personaggi che dipinge, una delle lezioni che imparò nei suoi studi artistici con Pruett Carter. Altrettanto importante è l'impostazione in cui l'azione si svolge. Mary Blair era una grande maestra nel creare ambienti dove le dimensioni erano esagerate, e dove l'illuminazione e il colore contribuivano tanto all'emozione quanto alla narrazione di una scena, come favevano i suoi personaggi.






















Nel 1953 Mary Blair lasciò lo studio Disney, per avere più tempo con la sua famiglia e per concentrarsi sulla sua fiorente arte commerciale e carriera nel mondo dell’illustrazione nella città di New York. Nei primi anni ’60 creò disegni astratti per fazzoletti e sciarpe prodotte da Carol Stanley Studios, così modelli di abiti per il negozio di Beverly Paige, alla progettazione di set per spettacoli pasquali e natalizi prodotti da Leon Leonidoff al Radio City Music Hall e un musical di Broadway con Duke Ellington. Nel giugno del 1962 realizzò sculture di carta per le vetrine chic di Bonwit Teller sulla Fifth Avenue. Così disegnò spot televisivi per Pepsodent toothpaste e Meadow Gold Ice Cream. Per la stampa creò diversi biglietti d’auguri così illustrazioni per riviste e per marche nazionali tra cui Nabisco, Johnson & Johnson, Beatrice Foods, Maxwell House coffee, Meadow Gold Ice Cream, Blue Bell children’s clothes, Pall Mall e Baker’s Instant Cocoa. 






Tra le sue più belle illustrazioni vi sono quelle stravaganti per i libri per bambini della serie Golden Book illustrati con un gruppo di amici illustratori quali John Parr Miller, Martin e Alice Provensen, Aurelio Battaglia e Gustaf Tenggren. Per il gruppo i Golden Books non erano solo una fonte di guadagno, ma un veicolo di espressione artistica, costruendo nuove tendenze dell’arte grafica e del design del dopoguerra. Vi è dunque un binomo tra la rappresentazione tradizionale e l’astrazione modernista, dove ogni artista costruiva con un suo stile in maniera leggera e luminosa una nuova visione della modernità. I Golden Books erano intrisi di colori sgargianti applicati alle illustrazioni assieme a sorprendenti combinazioni di storie. I libretti più importanti realizzati da Mary Blair furono Baby’s House (1950), I Can Fly (1950), The Golden Book of Little Verses (1953), The New Golden Song Book (1955), e The Up and Down Book (1964). Blair anche in questi piccoli gioielli di carta voleva evocare delicatamente nelle menti dei bambini lo stupore, il senso di divertimento e la curiosità per il mondo. Con messaggi sottili la Blair voleva sollecitare il bambino ad inventare nuove storie, usando l’immaginazione, in maniera gentile e delicata tra compagni di gioco umani ed animali in un bagliore di ottimismo, calore e giocosità.













Nel 1963, Walt Disney ricontattò la Blair per il progetto della New York World’s Fair. del 1964 L’attrazione consisteva nel creare un viaggio dove le persone potessero vivere un percorso fluviale su di una barca un piccolo mondo musicale e magico attraverso bambole meccaniche che rappresentassero i bambini del mondo, un simbolo di unità, di buona volontà e di pace globale. Così nacque l’attrazione It’s a Small World. Mary Blair accettò perchè fu motivata da diversi fattori, quali la fiducia di Walt Disney per la sua arte, e il tema dei bambini unita alle sue idee artistiche. Colori brillanti, carta da parati, acrilici ad incastro, forme geometriche, piccoli bambini in movimento presero vita in questo piccolo mondo incantato. Come raccontò la Blair all’inaugurazione: “Credo che si potrebbe chiamare “teatro tutt’intorno”, ma è davvero molto di più combinando il giro interattivo tra bambole animatronics, musica e partecipazione del pubblico su piccole imbarcazioni, vedendo le cinque aree principali del mondo. Questo è il lavoro più interessante che abbia mai avuto. I risultati sono più piacevoli di qualsiasi cosa io abbia mai provato prima.” L’attrazione fu poi ricostruita a Disneyland nel 1966 e a Walt Disney World nel 1971.













Trentasei anni dopo la sua morte, l'interesse per Mary Blair e le sue opere incantevoli continua a crescere. I suoi primi acquerelli e i visual art della produzione Disney sono molto popolari tra i collezionisti. Gli artisti contemporanei ancora trovano ispirazione nel suo spirito indipendente, nel suo virtuosismo tecnico, nell’ingegno creativo e nella potente narrazione visiva. I suoi riconoscimenti postumi includono il premio Disney Legends nel 1991 con la menzione "individuo la cui immaginazione, talento, e sogni hanno creato la magia Disney", un Winsor McCay Award nel 1996 dato dall’International Animated Film Society, l’ASIFA - Hollywood con il riconoscimento “della vita o della carriera che hanno contribuito all’animazione” e nel 2011, per il centesimo compleanno dell’artista, Google ha celebrato la giornata creando un doodle con la dedica “per ispirare la felicità nei nostri utenti quando vedono qualcosa di nuovo e inaspettato sulla home page di Google”. Le ristampe dei Golden Books illustrati da Mary Blair del 1950, continuano a deliziare i bambini e i genitori. Le donne artiste trovano molta ispirazione nel suo spirito indipendente e nella capacità di prosperare in settori tradizionalmente a prevalenza maschile, quali l'animazione, in una carriera di successo professionale e di vita familiare.



Il Walt Disney Family Museum ha la fortuna di avere molti pezzi eccezionali della Blair e molti oggetti personali grazie all'impegno di Diane Disney Miller, figlia di Walt e co-fondatrice del Walt Disney Family Museum, che acquisì questi pezzi per la collezione permanente anche grazie alla generosità degli amici e dei nipoti della Blair, quali Maggie Richardson e Jeanne Chamberlain. Ma al di là dei doni incommensurabili della Blair al mondo dell'animazione e al suo status come una delle prime icone femminili del settore, lei fu un tesoro per Walt Disney e per la sua famiglia. Come ricorda il curatore John Canemaker: “Di tutti i suoi artisti, Mary Blair era la preferita di Walt.” Diane Disney Miller fin da bambina fu affascinata dai disegni  della Blair appesi nella sua casa di Los Angeles. Questa mostra è infatti dedicata alla memoria di Diane Disney Miller, deceduta prima dell’apertura della mostra, la quale sarebbe stata incredibilmente felice di vedere i colori brillanti e la grande inventiva del lavoro di Mary Blair sulle pareti del suo museo. Come ricordava spesso Diane: “Il museo della famiglia Disney è nato per far felici i suoi ospiti, ma soprattutto per onorare gli artisti, preservandone il loro lavoro e condividendone il loro talento con il pubblico, continuando lealmente a cullare la viva eredità di mio padre Walt.” 


L'obiettivo di Magic, Color, Flair: The World of Mary Blair è quello di rivelare e di esplorare il processo e lo sviluppo di questa celebre artista, le cui creazioni, ancora oggi, catturano la nostra immaginazione. L'aspetto più evidente del lavoro di Mary Blair è la sua inventiva grafica, frizzante e brillante. Ma la sua arte, “ha anche un’identificazione empatica ed emotiva tra personaggi e situazioni, che fa appello direttamente al cuore”, come ricorda il regista ed animatore Disney, Wilfred Jackson. Per creare un nuovo mondo ci vuole molto coraggio ed una grande sensibilità artistica. Guardare un’opera di Mary Blair ti porta a vivere in maniera unica ed attraente le forme, il tratto e il colore, affascinando la vista con grande stupore e il cuore di ognuno di noi.

Per questo articolo ringrazio Il Walt Disney Family Museum, il curatore John Canemaker, Andi Wang del WDFM per le foto e i materiali.